Un 22 ottobre che non si può dimenticare

È oltre un anno che, quotidianamente, il mio sito ospita le ricorrenze dei santi del calendario, oltre ad una sezione meteo ed una per i ricordi musicali.

Ricordi e storia, talvolta anche di spettacolo...

Anche l'anno scorso scrissi questa pagina di triste storia, ed anche quest'anno riscrivo tutto quello che ho già raccontato: perché in quel racconto ci sono le impressionanti immagini di Capoterra, e di quel maledetto 22 ottobre 2008.

Ogni volta mi viene il magone.

Pioveva a dirotto, letteralmente.

In quel di Decimomannu (allora lavoravo all'Enaip) dove aveva sede il mio ufficio, al primo piano di una struttura vicina alla stazione ferroviaria, vedevo tanta pioggia scendere dal cielo… ma non mi potevo aspettare che di lì a poco quella pioggia, da tanti benedetta per il costante bisogno d’acqua della nostra Sardegna, avrebbe fatto tanti, troppi, danni!

Undici anni fa, con la passione “di” Croce Rossa nel cuore e con la frenesia di poter dare una mano ogni qualvolta si fosse presentata la necessità, presi contatto con un amico e collega che prestava servizio all’aeroporto di Elmas: “Qui è tutto allagato! L’area passeggeri ha un centimetro d’acqua… e siamo all’interno!”.

C’era un grosso problema, un gravissimo problema: stava diluviando, e non accennava a smettere. Che facciamo? Chiamo il Comitato… “ancora non ci hanno allertato…”, e già da quel momento il mio nervoso cominciava a salire… perché non ho mai capito come mai dobbiamo aspettare un allertamento per prepararci ad affrontare la possibile emergenza. Ma… a prescindere dall’assurdità, che cosa si potrebbe fare?

Chiedere un permesso, provare a recarsi in Comitato e cominciare ad organizzare. Tanto era altissima la probabilità, purtroppo, di dover intervenire. Decimomannu – Cagliari: 17 chilometri di strada, 45 minuti d’auto! La pioggia scendeva quasi torrenziale, era impossibile sostenere una velocità superiore ai 20 km orari…

Il 22 ottobre 2008 l’allora Comitato Provinciale di Cagliari era popolato da una moltitudine di persone, fra dipendenti e volontari. Tutti capirono che l’evento era straordinario, e che era necessario cominciare a fare qualcosa, anche senza la formalità di un pezzo di carta, che poi purtroppo arrivò quasi otto ore dopo l’inizio delle intense precipitazioni.

Il 22 ottobre 2008 nell’allora Comitato Provinciale di Cagliari prendeva il via un corso di accesso per nuovi volontari, del quale ero orgogliosamente il direttore. Ricordo, nella concitazione dei preparativi all’emergenza, di aver detto ai nuovi colleghi “benvenuti in Croce Rossa, perché questa è la nostra missione”. La lezione del giorno, ovviamente, fu rinviata.

Il 22 ottobre 2008 i soccorritori della Croce Rossa cominciarono le operazioni di emergenza nell’alluvione che colpì l’area di Capoterra, ed assieme alle unità locali dislocate sul territorio, anche nel territorio di Monserrato, Serrenti e Segariu, anche loro gravemente colpite.

24 ore su 24, per i giorni a seguire, i soccorritori CRI si sono impegnati con tutte le loro forze (…davvero tutte!) per cercare di portare aiuto alla popolazione gravemente colpita. In campo ci furono le ambulanze e gli equipaggi, le squadre dei cinofili, le squadre di ricerca e soccorso, le squadre di supporto psicologico, le squadre di supporto logistico, il personale specializzato presso il COM, il COC, il CCS.

Il 22 ottobre 2008, e nei giorni a seguire, a Capoterra la Croce Rossa di Cagliari c’era. E c’ero anche io.

Non lo posso dimenticare!

Una delle soccorritrici di Croce Rossa, impegnata nelle battute di ricerca dispersi con le Unità Cinofile di Soccorso

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