8 novembre

Un pizzico di orgoglio campanilistico non guasta, specialmente se lo si apprezza anche nella storia dei santi del giorno.

È la volta dell'8 ottobre, quando la Chiesa ricorda San Goffredo di Amiens. La domanda sorge spontanea: che campanilismo si può tirare fuori con San Goffredo? Semplice, nessuno! È invece riservato ad un altro santo, che elencherò dopo.

San Goffredo nasce nel 1066 a Moulincourt ed è il terzo figlio di una nobile famiglia. A cinque anni lo zio, vescovo di Soissons, decide che la sua educazione deve essere affidata ai padri della chiesa. Perciò il piccolo Goffredo si trasferisce nel monastero di Péronne dove, sotto la guida dell’abate di Mont Saint Quentin, diviene un benedettino.

Nel corso degli anni diventa abate del monastero di Nogent. E nel suo ruolo di abate, Goffredo si impegna maggiormente per far rinascere sia dal punto di vista storico sia architettonico il monastero: ci riesce talmente bene da spingere l’arcivescovo di Reims a volergli affidare il monastero di Saint-Rémi.

Tuttavia, è lo stesso san Goffredo a rifiutare perché non vuole abbandonare la sua “sposa povera” in favore di una più ricca.

Nel 1104 per tutti i suoi meriti è nominato vescovo di Amiens. Fin dall'inizio, Goffredo fa capire quale è la sua idea di Chiesa, che deve essere povera e spirituale: per questo motivo, riceve la benedizione negli umili panni di pellegrino, senza sfarzo né lusso.

Nei suoi anni di vescovato, Goffredo compie molte opere buone nei confronti dei più poveri e bisognosi, combatte la corruzione della chiesa e ammonisce i nobili ad essere meno sfarzosi quando entrano in chiesa.

È molto amato dal popolo che appoggia in ogni sua iniziativa come quando i cittadini di Amiens decidono di istituire un Comune. Il tentativo, però, viene presto ostacolato dalla nobiltà che, a quel punto, inizia a non essere più benevola nei confronti di Goffredo. Pertanto, per il quieto vivere della comunità di fedeli di Amiens, Goffredo decide di abbandonare il vescovato per entrare nella comunità dei certosini. Si mette allora in viaggio per incontrare il suo arcivescovo e comunicargli le sue intenzioni ma si ammala lungo il viaggio ed è costretto a fermarsi nell'abbazia di Saint Crépin de Soissons dove le cure che gli prestano, però, non servono a nulla: Goffredo muore nell'abbazia l’8 novembre dell’anno 1115 ed è sepolto nello stesso luogo.

Per la sua storia e per il suo particolare amore per gli ultimi della terra, san Goffredo è il santo protettore delle vedove e degli orfani.

Il martirologio di oggi contempla ovviamente anche altri santi: i Quattro Coronati. I loro nomi non compaiono nel giorno del calendario, ma si tratta di Severo, Severiano, Carpoforo e Vittorino, ovvero quattro soldati che si rifiutarono di uccidere quattro scultori che, a loro volta, si rifiutarono di scolpire una statua di un idolo pagano.

Proseguo l'elenco con Sant'Adeodato I, San Villeado di Brema, ed infine San Severo di Cagliari (non vale far partire la coreografia ad onda metacronale! 😀 ).

 

Nel novero degli eventi da ricordare, si colloca di diritto il compleanno di mia moglie! Poco importa se ci sono premi nobel per la letteratura e per la fisica, quando è il compleanno della moglie... tutto passa in secondo piano!

Battute a parte: «due scorpioni? O ci mandiamo a quel paese, o ci sposiamo!». Ed infatti ci siamo sposati!

il 12 settembre ho scritto quella frase, che ripeterò all'infinito: “Ti ho scelta tanti anni fa, ti ho scelta quattro anni fa, ti scelgo ogni giorno <3 ”!

Vero è che questo è un blog, e di fatto ci scrivo un po' ciò che mi pare e piace. Ma è anche vero che questa rubrica quotidiana ha già creato un piccolo pubblico, che si aspetta il ricordo del giorno...

E la mia citazione precedente sui nobel, non era a caso.

Oggi, venerdì 8 novembre, ma di centoventiquattro anni fa, lo scheletro di una mano sinistra, con un anello nuziale all'anulare, apparve impresso nella prima radiografia della storia!

Wilhelm Conrad Röntgen aveva compiuto sulla mano della propria consorte un esperimento destinato a cambiare la storia: aveva così scoperto che il corpo umano era radiotrasparente, ad eccezione dello scheletro. Aveva dunque compiuto la prima radiografia, che era però il passo finale di una scoperta di qualche giorno prima.

Nel laboratorio di fisica dell'Università di Würzburg, partendo dalle conclusioni di illustri suoi colleghi dello spessore di Heinrich Hertz e Philipp Lenard, si dedicò allo studio dei raggi catodici.

Per caso, mentre tentava un esperimento al buio, si accorse che un foglio di carta divenne improvvisamente luminoso. Dunque capì che ciò avveniva per via di raggi invisibili provenienti da un “tubo a vuoto”, cioè caricato elettricamente, in grado di attivare proprietà fluorescenti di alcuni elementi, nel caso specifico di un sale di platino e di bario, posti sul foglio. Quella sera, l'8 novembre 1895, avvenne così la scoperta dei raggi, da lui chiamati “X”, perché sconosciuti.

Questa scoperta portò a Röntgen il premio Nobel per la Fisica nel 1901.

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